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  • MILANO, LA “SMARTCITY” D’ITALIA.

    03/12/2015 Autore: Grazia Moretti
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    Milano, che negli ultimi tempi pare abbia recuperato i suoi caratteri di metropoli così sobria e asciutta, ma anche moderna e funzionale come poche altre grandi città, per gli esperti oggi è certamente la smartcity d'Italia.

    Con il termine smartcity o, nel nostro idioma, "città intelligente", si intende un agglomerato urbano (il capoluogo con tutte le sue ramificazioni esterne) dove vengono messe in atto politiche e strategie per ottimizzare e innovare i servizi pubblici, facendo leva soprattutto sulle nuove tecnologie della comunicazione, come ad esempio gli smartphone.

    La città intelligente fa un buon uso del suo capitale sociale, intellettuale e umano puntando su un principio-base, semplice, essenziale e rivoluzionario: lo sharing. Per noi italiani, la "condivisione".

    Chi non ha mai sentito parlare negli ultimi mesi, almeno una volta, di car-sharing, bike-sharing, ride-sharing?

    A Milano sono circa 2.300 le auto a disposizione per il car sharing; oltre 4.600 le bici gialle e rosse, 150 gli scooter per complessivi 340.000 iscritti. Ma il dato più interessante (ed entusiasmante) è che il 12% degli iscritti ha già deciso di abbandonare la seconda o, addirittura, la prima auto di proprietà. E altri 8 su 100 stanno pensando di farlo.

    Tutto ciò, naturalmente, porta come prima conseguenza, nell’immediato, ad un impatto positivo sull'inquinamento con una riduzione significativa di anidride carbonica e di polveri sottili. Ma la riduzione dei veicoli significa anche, ad esempio, maggior possibilità di parcheggio.

    In questo scenario la città ambrosiana si è aggiudicata il titolo di “capitale del car sharing” considerato che qui è presente il 40% dell'offerta nazionale di auto in condivisione.

    Nella città smart, la mobilità intelligente è comunque solo una delle offerte della cosiddetta "economia condivisa". Di sicuro a Milano è l'ambito più visibile per la rapida crescita del fenomeno negli ultimi due anni, ma non è l'unico.

    La sharing economy del capoluogo lombardo inizia ad invadere altri campi oltre a quello della mobilità. Fortemente innovativo è il concetto del co-working: moderni e tecnologici "spazi" lavorativi che spuntano attualmente in diversi luoghi della città, dove i professionisti decidono di condividere, sale riunioni, servizi, macchine d’ufficio e scrivanie.

    E non è ancora finita perché nell'elenco di voci dell'economia intelligente compare anche l'home-sharing. Grazie all'Expo, a Milano si è aggiudicata la sua bella fetta di torta Airbnb, la piattaforma californiana di condivisione degli appartamenti: attualmente l'Italia è il terzo Paese per Airbnb, con 180.000 appartamenti condivisi, di cui 13.000 solo nel capoluogo ambrosiano.

    Se le nuove generazioni devono fare i conti con minori risorse economiche, è vero anche che sono più disponibili alla condivisione di case, macchine, biciclette, spazi di lavoro e tra poco anche reti wifi. Sono molti, infatti, i gestori telefonici che stanno dando avvio all'iniziativa del wifi-sharing: rendere accessibile la propria rete internet a chi passa vicino casa nostra e usufruire, in cambio, a nostra volta dello stesso servizio quando siamo in giro in città.

    Milano, città cosmopolita e mondana, “zucchero e catrame” come l'ha cantata Lucio Dalla, moderna e antica, grigia e di una bellezza fiera, metropoli culturalmente predisposta ad accogliere i cambiamenti, prima città in Italia ad aver intrapreso un percorso preciso e strutturato verso nuove modalità di consumo e pratiche collaborative e di cui, siamo certi, quanto prima vedremo i frutti. 

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