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  • VIAGGIO IN UNO SPAZIO CONOSCIUTO.

    02/05/2016 Autore: Grazia Moretti
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    Ogni casa ha una storia da raccontare. Ogni casa ha un suo profumo, un suo ordine o un suo disordine.

    La nostra casa racconta chi siamo. I colori usati per la pareti o per l’arredamento, i libri o i cd di musica che abitano le nostre librerie e i nostri scaffali, le foto dei nostri viaggi, il posto in cui facciamo accomodare i nostri ospiti, tutto contribuisce a svelare qualcosa di noi. Gli ambienti in cui viviamo, e il modo in cui li utilizziamo e li abitiamo, raccontano molto bene chi siamo.

    La casa può essere un morbido rifugio capace di ripararci dal mondo esterno, che rispecchia i nostri gusti e parla dei nostri interessi, dei nostri sogni o progetti.

    Proviamo ad aprire la porta di casa. E vediamo cosa succede.
    Siamo nell’ingresso.

    Benvenuto. Welcome. Bienvenue. Willkommen. Bienvenido. 欢迎.

    Aiutiamo i nostri ospiti a togliersi la giacca, sistemiamo la borsa sull’appendiabiti e una delle prime cose che diciamo è: accomodati. L’ingresso (da latino INGRESSUS, participio passato del verbo INGREDI –entrare-, composto della particella IN –indicante moto- e GRADI –camminare-) della nostra casa è il luogo dell’accoglienza. Dove noi stessi ci sentiamo accolti al rientro dopo una giornata di lavoro o al ritorno da un viaggio e dove riceviamo i nostri ospiti.

    Qui ci scuotiamo un po’ i capelli o i vestiti se siamo stati colti in pieno da un acquazzone sulla via del ritorno, gli uomini che rientrano dall’ufficio cominciano ad allentare il nodo della cravatta, i bambini scaraventano gli zaini dopo la scuola per correre impazienti a prendere la merenda in cucina o a vedere se i giocattoli hanno cambiato posto, le donne si sfilano i tacchi sia per riappropriarsi del confort casalingo che per evitare fastidiosi rumori agli inquilini del piano di sotto.

    Ecco, una volta varcata la soglia della porta della nostra abitazione, ci sentiamo finalmente a casa. E la casa comincia da qui, dall’ingresso.

    E poi, subito a sinistra, la cucina.
    Se c’è un ambiente più frequentato di tutti in casa è di sicuro la cucina. Luogo della produzione di cibo, della convivialità, dello scambio, della collaborazione, dell’ospitalità più intima e confidenziale. Luogo di sosta o di passaggio.

    La cucina non è solo fornelli e cibo. Anche se questi restano i suoi aspetti peculiari. È il luogo delle confidenze davanti a una tazzina di caffè, il posto in cui seguiamo i nostri bambini quando fanno i compiti al pomeriggio mentre noi spignattiamo con farina, zucchero, uova o mondiamo le verdure. In cucina si guarda la televisione, si scherza, si ride, si discute, si litiga, si fa merenda. È di sicuro l’ambiente più vissuto e battuto della casa. Specialmente oggi, da quando, ormai sempre più spesso, per cucina non intendiamo più solo la porzione di casa con forno, lavello, frigorifero, tavolo e sedie, ma anche una parte del soggiorno. Il cosiddetto openspace.

    Da sempre luogo di produzione e consumo di cibo, legato alla tecnologia, in cucina si consumano i pasti, si depositano le borse della spesa al sabato, si passa per bere un bicchiere d’acqua o prendere un pacchetto di fazzolettini prima di uscire. È il luogo in cui tutta la famiglia si ritrova assieme la sera. Cosa che non avviene quasi mai in altri ambienti della casa.

    Che la nostra sia una cucina minimalista, essenziale, sempre ordinata e precisa o colorata e “vissuta” e ricca di profumi, ogni tanto durante l’anno, specialmente durante le festività o le ricorrenze, si fa rassicurante contenitore di pranzi o cene con amici e parenti. 

    In cucina spesso si trovano oggetti che dovrebbero stare in altre parti della casa. È possibile trovarvi, accanto alle spezie o ai bicchieri, penne, libri, riviste mentre difficilmente troveremo una pentola o dei piatti in camera da letto o in bagno.

    La cucina è lo spazio caldo per eccellenza, e il calore non è dato solo dalla presenza dei fornelli, ma, spesso, dalla presenza di un divano, di una poltrona, di una dispensa dove quasi sicuramente si può trovare una barretta di cioccolata o un pacco di biscotti. In altre parole, è lo spazio della casa che più racconta di noi, delle nostre virtù e dei nostri piccoli vizi: per la presenza o assenza di utensili o suppellettili, per il numero di mensole o ripiani dedicati alle spezie o ai ricettari, per l’accostamento fantasioso dei colori o per la scelta delle tinte unite e neutre. Persino il tavolo racconta di noi: una penisola con due o tre sgabelli racconta probabilmente una vita da soli o a due, mentre un tavolo da sei, rotondo o quadrato, racconta probabilmente di una famiglia. 

    In ogni caso è il centro della nostra vita domestica.

    Cosa dice di noi la nostra cucina? Quanto è grande la cucina ideale? Cosa non dovrebbe mai mancare? Dopo aver pensato alle risposte avremo modo di approfondire. Nel frattempo ci spostiamo nello studio...

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