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  • RICORDANDO I MITICI ANNI ’60

    Un boom che cambiò il Paese e le famiglie

    29/04/2019 Autore: Redazione
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    Un appartamento nel semicentro di Milano, tra corso Indipendenza e Porta Romana, di circa 100 metri quadrati, in buone condizioni, costava poco meno di 18milioni di lire. A Roma, per un'abitazione con le stesse caratteristiche, era necessario pagare uno o due milioni in più. Con 8 milioni si acquistava una seconda casa al mare. Questo era il prezzo per 120 metri quadrati al secondo piano di un palazzina situata a pochi metri dalla spiaggia di Chiavari. Si viaggiava in tram con 60 lire e un chilo di pane ne costava 180.

    Correva l’anno 1963, e si era in pieno boom. Da 5 anni, terminata la fase della ricostruzione postbellica, l’Italia era entrata in un periodo di espansione, noto come “miracolo economico”, basato soprattutto sulla grande capacità del nostro Paese di integrarsi nel mercato internazionale. Elementi propulsivi di questo boom furono gli investimenti, soprattutto in grandi opere pubbliche, e le esportazioni, sostenute dal basso costo della manodopera e dall’innovazione delle tecnologie produttive.

    Il reddito nazionale netto, tra il 1959 e il 1964 salì del 32,3%: un record che non si ripeterà mai più nei decenni a venire. E tutto questo in uno scenario di stabilità dei prezzi.

    Fu un periodo di grandi trasformazioni nella nostra società. Lentamente scompariva la grande famiglia patriarcale e si affermava quella nucleare, con genitori e due figli. Nello stesso tempo, grazie probabilmente alla grande fiducia nel futuro da parte delle giovani coppie, si ebbe un'impennata dell’indice di natalità: insieme al boom economico si assisteva al boom delle nascite.

    Anche l'abitazione cambiò, perdendo la caratteristica di ambiente in cui vive un nucleo familiare allargato. Accanto alle prime timide presenze di arredamento moderno, c'erano ancora i grandi mobili della tradizione. Ma la vera rivoluzione, che avrebbe travolto come un ciclone la vita quotidiana delle famiglie italiane, fu l'invasione degli elettrodomestici. In ogni abitazione si venne pian piano accumulando un tesoro, composto da frigorifero, televisione, lavatrice e tanti altri oggetti. Uno dei punti di forza della produzione dell'industria nazionale era tutto ciò che riguardava la casa: dagli accessori ai sistemi per renderla più pulita. In quegli anni esplose anche il fenomeno della pubblicità d’ambientazione domestica. Nel 1957 era nato il più famoso pre-ninna nanna, un vero e proprio carillon che avrebbe accompagnato a letto, per tanti anni, i bambini di allora: Carosello, il siparietto pubblicitario contenente 5 sketch di 2 minuti e 15 secondi ciascuno.

    La casa era anche il palcoscenico preferito nella maggior parte degli spot, in cui protagonista era la famiglia, ma soprattutto la moglie-madre-casalinga. Comparivano le prime lavabiancheria semiautomatiche, le cucine con i mobili componibili, i pavimenti in ceramica superlucidi grazie alle cere autolucidanti e agli aspirapolvere elettrici. Tra il 1958 e il 1967 la percentuale di famiglie con il frigorifero passò dal 6 ad oltre il 60%. Tra il 1959 e il 1963 vennero prodotti quasi 650mila televisori. Insomma si trattava di un'Italia in “bianco e nero” che stava velocemente crescendo, che abbandonava i tradizionali riferimenti sociali ed economici, cambiando in maniera talmente repentina da sconvolgere qualunque tipo di previsione.

    Da allora ci separano circa sei decenni, nei quali il nostro Paese ha vissuto tra alti e bassi, crisi economiche, sociali e politiche, alternate a grandi o piccole riprese.

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