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  • IL FASCINO DELLA RINGHIERA

    Vivere in una casa di ringhiera

    10/03/2015 Autore: Redazione
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    Le case di ringhiera a Milano rappresentano uno dei segni più importanti dell’architettura cittadina. Tecnicamente si identifica in un palazzo a più piani dove un lungo ballatoio unisce gli ingressi ai differenti appartamenti. Dal parapetto in ferro del ballatoio nasce il nome di “casa di ringhiera”.
    Il periodo d’oro per le case di ringhiera fu negli anni del boom economico, e l’esigenza dell’urbanizzazione di nuove case per le masse di immigrati. Le case di ringhiera offrivano un minor senso di isolamento e una possibilità di condivisione della quotidianità: il ballatoio era il fulcro della vita e il cortile interno il regno dei bambini.
    Il via per il recupero di tali immobili avvenne quando l’amministrazione pubblica dispose il risanamento degli stabili. La casa di ringhiera divenne una moda perché aveva un fascino particolare a cui contribuirono in buona parte gli interventi degli architetti e interior decorator. L’aspetto cambiò radicalmente: si passò dai toni grigi delle facciate a colori più allegri; le vecchie botteghe artigiane si trasformarono in boutique. Si evidenziarono gli elementi più pregiati: grandi cortili con ciottoli a terra, colonne e capitelli settecenteschi, e internamente agli appartamenti, grandi soffitti a travoni con una struttura che portava a vivere lo spazio in modo globale senza la consueta divisione tra giorno e notte.
    Oggi il destino delle case di ringhiera corre su un doppio binario. Ci sono case che sono diventate di moda e di tendenza restaurate fino a farne dei piccoli gioielli architettonici, lussuosi e costosissimi, soprattutto in centro, come in zona Navigli o Brera, e altre, in zone periferiche della città, abbandonate a se stesse o che subiscono interventi di restauro fai da te, colorato, personalizzato e incongruente o anche lasciate al degrado.
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